Eucarestia: sacramento di vita nuova

Parrocchia, 15/10/2010


“ EUCARESTIA: SACRAMENTO DI VITA NUOVA”
“Mistero da vivere”
L’Assemblea Diocesana del 24/25 settembre ci ha invitato a riflettere sull’Eucarestia, sacramento centrale nella vita del cristiano, per questo motivo, proponiamo una riflessione che ci possa aiutare a comprendere e vivere meglio questo grande dono che Gesù ci ha lasciato nell’Ultima Cena prima di affrontare la morte in croce sul Calvario.

Valore e importanza dell’Eucarestia

1. L’invenzione divina
L’eucarestia non è semplicemente uno dei sacramenti, infatti non ci viene donata solo la grazia, ma anche l’autore stesso della grazia.
Ecco perché diciamo che l’eucarestia è la più sorprendente invenzione divina. Poiché lì dove noi non possiamo vedere che pane e vino, siamo invece posti di fronte all’affermazione di questa presenza: ”Questo è il mio corpo….Questo è il mio sangue…”
Come non stupirsi del fatto che colui che è Dio si offra come nutrimento e bevanda a coloro che sono le sue stesse creature?
Da parte sua è un abbassamento e un’umiltà che ci confondono: Lui che è il Signore si mette interamente a nostra disposizione, al nostro servizio.
Possiamo quindi affermare che: tutto nell’Eucarestia deriva da un amore estremo, tutto discende da una volontà illimitata di dono.
L’Eucarestia svolge un ruolo essenziale nella crescita della comunità cristiana, infatti:
- continua a nutrire con il pasto di comunione coloro che sono chiamati a portare la testimonianza di Cristo e della sua buona notizia nel mondo;
- fornisce la forza a coloro che si sentono deboli;
- fornisce la gioia a quelli che sono nel dolore;
- anima con ebbrezza spirituale quelli che potrebbero essere tentati di chiudersi in se stessi.
Possiamo affermare, quindi, che l’invenzione divina è feconda, in quanto l’amore divino che in essa si esprime, ottiene il suo scopo di trasformazione della vita umana.

2. L’Eucarestia e l’opera della salvezza

Eucarestia e incarnazione
L’Eucarestia ci riporta alla realtà stessa dell’incarnazione, facendocene cogliere più concretamente il significato e il valore. Infatti il gesto con il quale colui che era Dio è disceso dal cielo per diventare uomo e condurre una vita umana simile alla nostra, si riproduce nell’Eucarestia.
L’Eucarestia conferisce una nuova attualità all’incarnazione: quando vengono pronunciate le parole Questo è il mio corpo,……….Questo è il mio sangue…. Il Figlio dell’uomo si rende presente sulla terra nella carne che aveva ricevuto un tempo da sua madre, la Vergine Maria.
Quando il Verbo discese sulla terra “facendosi carne”, non aveva solo l’intenzione di condurre una vita parallela alla nostra, ma anche di offrire quella carne per la vita del mondo; quindi l’incarnazione trova il suo compimento nell’eucarestia.
La beatitudine di coloro che vedevano concretamente e fisicamente Gesù e in Lui la presenza del Figlio di Dio, viene offerta in modo superiore, sul piano della fede, a tutti coloro che riconoscono in Cristo il Figlio di Dio venuto tra noi:
- attraverso la rivelazione del Vangelo, che fa capire concretamente la verità dell’incarnazione;
- ma soprattutto attraverso l’eucarestia, nella quale il mistero del Verbo fatto carne si manifesta e conosce un’attualità sempre nuova.

Eucarestia e sacrificio redentore
L’eucarestia riproduce sacramentalmente l’offerta redentrice. Gesù stesso nel Vangelo di Giovanni (6, 51) dice che la “sua carne è data per la vita del mondo”, ma non solo per far sbocciare una vita nuova, ma data, cioè offerta” in sacrificio per ottenere quella vita nuova.
Nelle parole della consacrazione del vino: “Questo è il mio sangue versato per molti” il ricordo del sacrificio è più netto. Infatti l’intenzione di procurare una vita nuova all’umanità è la motivazione della venuta del Salvatore sulla terra e dell’offerta compiuta nel dramma del calvario.
Nell’Ultima Cena Gesù non si dà solo come cibo e bevanda, ma come frutto del sacrificio destinato a beneficare tutti gli uomini.
In ogni celebrazione eucaristica si rinnova sacramentalmente questo sacrificio, anche se questa offerta non si realizza più come un tempo, con il versamento del sangue di Cristo, ma solo attraverso un rito sacramentale.
Tutta l’offerta personale del Salvatore, con la totalità del suo sacrifico, si esprime nell’offerta eucaristica.
Ogni celebrazione eucaristica è celebrazione del grande “sì” rivolto da Cristo al Padre, “sì” che supera vittoriosamente tutti i “no” ispirati dal peccato, quindi coloro che prendono parte all’eucarestia sono impegnati in un’offerta personale unita a quella di Cristo.
L’eucarestia consente ai credenti di accogliere la presenza di Cristo come un tempo furono invitati a fare i contemporanei di Gesù, ma è una presenza diversa: infatti il corpo di Cristo offerto in sacrifico nell’eucarestia è il corpo che ha raggiunto il suo stato definitivo nella resurrezione.
E’ la ragione per cui l’eucarestia viene celebrata nella gioia, anche se ci fa rivivere l’offerta dolorosa della passione di Cristo. In questo modo l’Eucarestia risponde anche, provandolo con la gioia che procura, che la sofferenza non è l’ultima parola.
La sofferenza della croce non solo ci è valsa la salvezza, ma ci porta anche alla gioia.
In quest’ottica possiamo dire che in tutte le sofferenze si trova la promessa di una gioia più grande, che fa apparire meglio la sapienza e la bontà del disegno divino. Basti pensare alle Beatitudini: in esse Gesù ci ha ricordato in maniera viva il cammino doloroso che si apre davanti ai suoi discepoli, cammino segnato soprattutto dalle persecuzioni, eppure le beatitudini rimangono un documento di gioia.

P. Leonardo