La GMG di Madrid di un nostro giovane

Parrocchia, 5/10/2011
LA MIA GMG
E’ stata un’esperienza sconvolgente la mia GMG, come un’onda che prima ti schizza, per poi colpirti, rompere il tuo equilibrio, cullarti e lasciarti dolcemente a riva…Sconvolgente nel male e nel bene dunque, ma forse è meglio raccontarvela con ordine.Sono partito per Madrid con un gruppo di circa 50 ragazzi della nostra diocesi, formato durante l’anno in tre incontri di preparazione alla Giornata.Ognuno di noi era carico di aspettative: c’era chi partiva per vivere una vacanza più originale, chi sperava di conoscere l’anima gemella, chi aspirava ad un incontro in intimità con Dio, o chi, come me, contava di condividere qualche giorno con coetanei cristiani di tutto il mondo, per sentirsi più fratelli, più forti, più Chiesa. Stranamente nessuno di noi partiva con l’unico scopo di vedere il Papa, come è stato invece per molti altri giovani pellegrini di tutti i continenti, ma non credo di dovervi spiegazioni a riguardo.Siamo partiti il 14 agosto verso le sei, subito dopo aver partecipato ad una Messa speciale, celebrata per noi all’alba in cattedrale, in cui il vescovo Gino Reali ci ha inviati a portare e ricevere la gioia e l’amore in questa grande festa della fede.Il viaggio è stato lungo e impegnativo perché siamo andati in pullman e, percorrendo circa novecento chilometri al giorno, abbiamo raggiunto Madrid la sera del 16. C’è da dire che tutto questo tempo prezioso non ce lo siamo fatti portar via dalla stanchezza, ma lo abbiamo impiegato per pregare, cantare, giocare, fare amicizia e conoscere la vita quotidiana e parrocchiale dei ragazzi di altri gruppi. Inoltre ogni giorno facevamo almeno una tappa in qualche città, e quando possibile ne abbiamo approfittato per visitare i luoghi in cui passavamo. Così ad esempio abbiamo potuto trascorrere Ferragosto a Lourdes, pregando insieme davanti alla grotta, celebrando una Messa quasi “in famiglia” in una cappellina del santuario. Proprio in quel luogo abbiamo incontrato la fede di moltissime persone che, nella gioia o nella profonda sofferenza, venivano da lontano per mettere nelle mani di Maria il pezzo di vita che portavano con sé. Anche noi abbiamo potuto affidarle il nostro viaggio, e ciò che avevamo nel cuore. C’è forse un modo più autentico per festeggiare l’Assunta?
Qualche giorno dopo, la sistemazione a Madrid è stata un po’traumatica, perché abbiamo dovuto affrontare vari problemi di disorganizzazione con gli alloggi. Certamente sapevamo che non avremmo dormito al grand’hotel, ma siamo stati spostati all’ultimo momento in una scuola già piena, per cui dopo numerose ore di inutile attesa di un posticino in cui metterci, distrutti, abbiamo deciso di sistemarci in un campo da calcio dell’istituto, dove siamo rimasti fino all’ultimo giorno. Fortunatamente ha piovuto solo alla veglia, altrimenti sarebbe stato un bel problema!  Eravamo comunque messi a dura prova: si dormiva poco, si stava sempre in mezzo alla folla, con un gran caldo fino a tardi; non c’erano fontanelle e l’acqua costava 4€ al litro (altro che caro benzina!); i servizi non mancavano ma sicuramente non erano servizi “igienici”. Nonostante ciò, siamo andati alla prima catechesi, anche se era nella parrocchia di un’altra città, ma quando siamo arrivati era già tutto pieno, quindi siamo stati sistemati in una balconata su una navata laterale da cui non si sentiva e non si vedeva nulla.
Stanchi e delusi, in molti il primo giorno non vedevamo l’ora di ripartire, e non capivamo come si potesse toccare il Cielo, in quella specie di inferno. Comunque ormai ci stavamo dentro e bisognava arrivare in fondo… Non ce ne siamo pentiti! Abbiamo deciso che mettersi a proprio agio, o rispettare il programma ufficiale, non erano obbiettivi importanti come cercare l’incontro con Dio. Ci siamo fatti coraggio e, oltre ad organizzarci meglio sulla sopravvivenza contando un po’meno sull’organizzazione ufficiale, abbiamo iniziato a vivere le cose con un altro spirito: pregando insieme la mattina, alzandoci prima per arrivare alla catechesi senza trovare il tutto esaurito e, in generale, trasformando la giornata in una continua occasione per dialogare con gli altri e con Dio.
Siamo rimasti veramente toccati dalle parole incoraggianti del card. Caffarra che, parlandoci del Vangelo, ci ha convinti che Gesù è realmente presente accanto a noi e, con Lui vicino, non possiamo naufragare.  Una volta ambientati, abbiamo potuto anche sperimentare come la città si fosse trasformata in una grande casa, e la Chiesa giovane in una grande famiglia. Ovunque andavi venivi accolto; ti sedevi in un ristorante e con un buono ti sfamavano con piacere; appena trovavi una presa mettevi in carica il telefono e chiunque incontravi era disponibile ed interessato a parlare con te in qualunque lingua (comunque noi Italiani eravamo veramente tantissimi!) e a trattarti come un amico.
A fine giornata (si trattava spesso di notte inoltrata), rientravamo al nostro tetto… stellato! Non sarebbe male vivere così le nostre città, che sono invece gelide e dispersive, ma sperimentare questo in quei giorni speciali ci ha fatto sentire ancora di più il calore dei cristiani che si uniscono in un abbraccio grande come una metropoli!
Il venerdì, non avendo a disposizione il pullman, indispensabile per arrivare alla catechesi, abbiamo trascorso una giornata alternativa, così: dopo aver pregato insieme le lodi mattutine, siamo andati al parco del Retiro dove erano stati allestiti 200 confessionali per la festa del perdono. Lì abbiamo potuto confessarci in mezzo alla natura, con sacerdoti che non conoscevamo, e che talvolta non parlavano neanche la nostra lingua!
Nel pomeriggio invece abbiamo preso parte alla Via Crucis con il Papa, una Via Crucis speciale, fatta per essere vissuta intensamente, in quanto ad ogni stazione portavano la croce persone che affrontano, nella realtà, sofferenze simili a quelle di Gesù sul Calvario, perché nel Suo farsi uomo, Egli ha voluto condividere con noi anche il dolore più profondo, per non farci sentire mai soli, nemmeno nella peggiore situazione.
Il sabato siamo andati alla veglia e non ci siamo spaventati quando, raggiunto con fatica il nostro settore, ci hanno detto che non c’era posto: ormai abituati, siamo tornati indietro e ci siamo sistemati più lateralmente, dove c’era comunque molta gente. Purtroppo i maxischermi e gli altoparlanti erano stati messi solo vicino al palco, così non abbiamo potuto seguire nulla. A questo si è aggiunto che la veglia era stata allestita su una spianata sabbiosa, e ci siamo trovati in difficoltà visto il forte vento e la pioggia a dirotto che, ci hanno raccontato al nostro ritorno, ha fermato anche il Papa durante la celebrazione. Questa grande tempesta non è tuttavia bastata ad impedirci di avere il nostro momento di veglia e così, tutti raggomitolati, ci siamo stretti in un cerchio e letteralmente “impacchettati” in teli di plastica. All’interno della confezione si potevano trovare dei ragazzi abbastanza bagnati, emozionati e molto felici che parlavano e recitavano insieme il Rosario. Che bel momento!
Appena la pioggia è diminuita, ci siamo messi in squadra a costruire con i teli e le transenne una specie di tenda per rifugiarci: è venuto fuori un capolavoro, che per fortuna non è servito perché poi è tornato il sereno, con la gioia di tutti!
Al termine della prova, abbiamo potuto ammirare i fuochi d’artificio, veramente spettacolari, e soprattutto abbiamo potuto adorare Gesù Eucarestia, senso del nostro percorso a Madrid e nel mondo, in una delle più belle adorazioni della mia vita! Eravamo in un tendone, in mezzo al fango, al buio, ma avevamo con noi la Luce e il resto non era necessario.
Il giorno dopo, ci siamo avventurati tra la folla e siamo riusciti a seguire la Messa con cui il Papa ha concluso la GMG, inviandoci nel mondo.Anche noi ci siamo rimessi in cammino verso casa, tornando a Roma il 24 agosto dopo essere passati per Saragozza, Barcellona e Cannes. E siamo tornati con una nuova carica, pronti a donare quanto possiamo, e quanto abbiamo ricevuto. Abbiamo ricevuto veramente molto, non tanto dagli eventi ufficiali né dalle cerimonie, ma dalle persone, da Dio, che ci ha voluto parlare attraverso la Parola, i Suoi ministri e l’Eucarestia. Ci hanno dato molto anche le nostre guide, i nostri amici, i nostri fratelli di tutto il mondo, in questo caso veramente “illustri sconosciuti”!
Ci è stato donato veramente tanto…
Daniele Pietrobon